Raccomandazioni sul tempo trascorso davanti a uno schermo per i bambini in età prescolare: dai 2 ai 4 anni massimo un’ora. Importante è anche la qualità.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità si esprime sulle ore di sonno, l’attività fisica e l’esposizione allo schermo per quanto riguarda i bambini in età prescolare.

Le regole sono contenute nelle nuove linee guida dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) dedicate al benessere dei bambini sotto i 5 anni di età. Gli esperti hanno ingaggiato una lotta alla vita sedentaria e alle cattive abitudini di una sovraesposizione allo schermo: le linee guida dell’Oms costituiscono un faro per chi vuole vivere bene e a lungo. E se si parla di bambini molto piccoli è ancor più importante, proprio perchè, molti stili di vita si ritroveranno in età adulta, nel bene e nel male. Oltre al fatto che crescere bene nel pieno dell’età evolutiva è un fattore determinante per il benessere psicofisico.

Le indicazioni sono chiare: i bambini piccoli devono evitare, il cosiddetto screen time (ovvero l’esposizione a uno schermo), devono dormire tra le 14 e le 17 ore al giorno, muoversi per almeno 30 minuti e stare meno possibile costretti in passeggini o nei seggiolini dell’auto. Scendono leggermente le ore di sonno raccomandate tra gli 1 e i 3 anni, ma siamo sempre tra le 11 e le 14, mentre tra i 3 e i 4 anni il tempo trascorso a dormire rimane tra le 10 e le 13 ore. Solo dopo i 2 anni è tollerata una minima esposizione allo schermo, la quale non deve mai superare l’ora. Infine, l’attività fisica entra a pieno titolo nella routine del bimbo piccolo, al quale l’Oms prescrive almeno 3 ore giornaliere di attività ludico-fisica che, tra i 3 e i 4 anni, può comprendere almeno un’ora di attività motoria vigorosa.
L’Oms distingue qualitativamente lo screen time. Una cosa è l’esposizione attiva a un programma o a un filmato interattivo (alcuni stimolano addirittura il movimento nei bimbi), magari in presenza di un adulto che partecipa, un’altra cosa è l’esposizione passiva, in solitudine e davanti a contenuti per nulla stimolanti.

Nelle disposizioni dell’Oms c’è un’attenzione alla salute psicologica del bambino, che richiamano i pericoli di una vita sedentaria e passiva, per il corpo e la mente. Molto efficace la guida del Royal College of Paediatrics and Child Health britannico che ha stilato una lista di domande a cui i genitori si possono auto-sottoporre per capire se stanno gestendo bene lo screen time dei figli: riuscite ad evitare che il tempo davanti allo schermo interferisca con il sonno o altre attività importanti? Riuscite a controllare lo snacking (la cattiva abitudine di pasticciare con cibo e bevande, spesso associata alla tv o simili) nello screen time del bambino? Riuscite a misurare il tempo di esposizione senza mai sforare? Se le risposte sono tutte affermative il genitore può stare tranquillo.

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