La valutazione psicopatologica è un processo di indagine clinica. Essa ha come obiettivo la conoscenza degli aspetti emotivi e comportamentali del bambino, dell’adolescente o dell’adulto.
Attraverso diversi strumenti quali il colloquio clinico, la raccolta anamnestica, i test, le interviste strutturate e semistrutturate, si raccoglieranno tutte le informazioni utili a capire il funzionamento psicologico della persona. Questi aiuteranno a definirne il quadro clinico e l’avvio dell’intervento adeguato.
La valutazione psicopatologica è effettuata sia prima di iniziare un trattamento psicoterapico, sia durante e dopo l’intervento. Questo per monitorare gli effetti del percorso intrapreso e valutare gli esiti finali.
Gli strumenti utilizzati per questa fase di valutazione sono riconosciuti dalla comunità scientifica e utilizzati a livello internazionale.
La fase di valutazione ha come scopi:
- INQUADRAMENTO DIAGNOSTICO: ossia inquadrare le difficoltà riportate all’interno di una categoria diagnostica facendo riferimento al manuale riconosciuto a livello mondiale, DSM 5 (APA, 2013).
- PIANO DI INTERVENTO: ossia pianificare un percorso terapeutico sulla base del quadro clinico emerso, considerando anche i punti di debolezza e di forza del soggetto.
Alla fine di questa fase verrà stilata una relazione contenente tutti i risultati della valutazione effettuata.
A questa fase di restituzione verrà dedicato un intero incontro per spiegare cosa è emerso dalla valutazione clinica. Inoltre verrà indicato qual è l’ipotesi diagnostica, quali sono gli interventi da attuare (psicoterapia, riabilitazione neuropsicologica, parent training, trattamento farmacologico) e la relativa durata.
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“PIANO DI INTERVENTO: ossia pianificare un percorso terapeutico individualizzato sulla base del quadro clinico emerso, delle caratteristiche individuali del soggetto e dei relativi fattori di rischio e di protezione.“
